Appunti di un anno a Pavullo

 

Un anno fa nel marzo 2023 iniziavo la mia nuova esperienza come Direttore di Distretto a Pavullo nel Frignano. In quei giorni qualcuno mi disse, vedrai che sarà una esperienza forte, ti entrerà nel cuore. E così è stato.




Da mezzo montanaro quale sono, essendo mia madre Vittoria nata a Gignese nelle montagne sopra il Lago Maggiore, mi sento a casa in mezzo a loro, persone abituate a risolvere i problemi da soli, essendo cresciuti in un ambiente in cui le distanze dai servizi sono normali, andando a costituire a volte anche una delle condizioni per cui in montagna la qualità della vita è alta.

Sapendo che magari sei lontano dal poter andare al cinema all’ultimo minuto, ma avendo molti altri elementi di benessere rispetto a chi vive in pianura, in primis la qualità dell’ambiente di cui tanto si parla in questi ultimi mesi.

Ricordo mio nonno Eugenio (il Geniot) agricoltore del 1906, che era stato a lavorare in Australia da giovane e aveva deciso di tornare a casa a coltivare la terra nel Monferrato, che più volte mi chiese che tipo di lavoro facessi. A quei tempi ero ricercatore di economia sanitaria in un istituto di Ricerche Farmacologiche a Milano, il famoso Mario Negri con il Prof. Silvio Garattini a dirigerlo.

Un mestiere complicato da spiegare ad una persona abituata a vedere il sistema sanitario come il medico condotto che faceva tutto o quasi tutto e dove il 118 erano i carri trainati dai cavalli. E spesso anche in caso di trauma cranico importante con perdita di coscienza venivi portato a casa e veniva chiamato il medico, esperienza vissuta direttamente dal mio babbo, Mauro.

E anche ora mi ha fatto sorridere la stessa domanda di mio figlio Diego quando mi ha chiesto che mestiere faccio. E un lavoro in cui si cerca di far parlare un sistema complesso al suo interno, soprattutto cercando di capire ogni giorno se il sistema sanitario e sociale riesce a rispondere pienamente ai bisogni delle persone e andandolo a modificare ogni qual volta necessario.

La mia esperienza precedente sul tema dell’Internal Audit mi ha fatto vivere il tema della gestione del rischio come elemento centrale di una buona organizzazione e anche ora non posso che rafforzare questa visione. Dove il lavoro è quello trasformare i problemi in opportunità di miglioramento.

E questa cosa prima ancora che essere un aspetto organizzativo, è un atteggiamento personale che alcuni  hanno la fortuna di avere. 

E in questo anno ho incontrato tanti colleghi che uniscono competenza, empatia, spinta verso il bene comune e appunto questa capacità di trasformare i problemi in una occasione per migliorarsi.

E la montagna è anche questo. Sapere guardare lontano all'orizzonte e trovare soluzioni nuove. Sempre avendo presente il bene delle comunità e delle persone che le abitano.

Un particolare ringraziamento va ai 10 Sindaci di questo territorio. Per la fiducia nei miei confronti e nei confronti della nostra Azienda. Compito difficile il loro, nel saper fare sintesi dei bisogni delle persone, cercando di trovare le migliori risposte di presa in carico dei loro problemi.

E ricordo anche il tema della comunicazione, elemento centrale delle organizzazioni complesse, che sottende a quello della fiducia. Abbiamo lavorato tanto in questo anno per rafforzare la fiducia nel sistema sanitario, cercando di essere trasparenti in tutto quello che facciamo e cercando di costruire insieme ai professionisti e ai cittadini le risposte ai bisogni.

E voglio ricordare e ringraziare le associazioni del nostro territorio e del Comitato Consultivo Misto, sempre disponibili a costruire insieme le risposte ai bisogni. Associazioni di volontariato che sono la spina dorsale delle nostre comunità e dove dobbiamo sempre più investire affinché tutti noi dedichiamo tempo ed energie per esse, una vera medicina per stare bene.

Una esperienza molto bella per me in questo anno di lavoro, con tante occasioni per imparare. Nel tempo ho avuto la riconferma dei tanti colleghi che lavorano per la comunità e per il noi. E anche di altri che fanno ancora fatica con questo concetto e pongono l’IO davanti a tutto.

Siamo una comunità di professionisti che ha la fortuna di lavorare per il bene delle persone. Chi non coglie nel profondo di fare parte di una grande famiglia, dovrebbe porsi molte domande sul senso del suo agire professionale. Vogliamo e possiamo essere una comunità che si muove insieme per il bene comune.


PS: nei viaggi sull'Estense mi sono abituato a sentire i podcast di Mario Calabresi. Sentite questo che bello sul tema della informazione e della fiducia.

https://open.spotify.com/episode/3prxcIPZA0pTKI51MSpslY?si=o_deaFYTTLSQl28vzlGgGQ