Le Palestre della memoria: comunità costruttrici di speranza
È una realtà che a Modena è attiva da più di 10 anni ed è una risposta concreta alla complessità del nostro tempo: una rete di comunità, come dice il filosofo Mauro Ceruti, come opportunità per abitare la complessità.
In modo molto semplice, sono incontri settimanali di circa due ore di gruppi di 20-25 anziani gestiti
da 4-5 volontari di quella stessa comunità. E in provincia di Modena in questo momento vi sono più
di 50 gruppi attivi, che mettono insieme quasi 2 mila persone con 400 volontari.
Non manca giorno in cui sul nostro territorio qualcuno
non ricordi con gioia questa esperienza, a partire da chi la frequenta e dai loro
volontari. Il tutto legato sempre alla gioia, alla bellezza e alle emozioni dei momenti
vissuti insieme in questi spazi.
Progetto come risposta
alla solitudine del nostro tempo. Solitudine, oltre che fisica, delle
nostre anime e dei nostri cuori. In questo senso, le comunità che attivano
questi percorsi diventano costruttrici di speranza di una
realtà e un futuro in cui le persone tornano a guardarsi negli occhi e a vivere
insieme il loro tempo.
Tutto gira attorno alla memoria,
il grande convitato di pietra dell’età anziana. Tecnicamente gli esperti la
chiamano “stimolazione cognitiva” che viene fatta attraverso iniziative e attività molto diverse fra loro. E ogni Palestra è diversa dall’altra, perché i volontari
hanno un compito fondamentale nel decidere quali attività svolgere, anche in funzione
dei bisogni e delle caratteristiche dei partecipanti.
Progetto come esempio di multidisciplinarietà. Basti pensare ai profili delle tante persone, professionisti e associazioni che hanno dato un contributo primario, sapendo di dimenticarne molte altre. Pensiamo a Maria Borsari e alla realtà dei Saggi di Castelfranco Emilia, a Giuliana Bulgarelli e alla Associazione GP Vecchi, ad Andrea Fabbo, geriatra illuminato e a Chiara Galli, neuropsicologa che coordina e supervisiona il progetto, garantendo la qualità del tutto insieme agli altri colleghi.
Progetto in cui i Sindaci e le amministrazioni hanno un ruolo fondamentale, che è quello di garantire le condizioni per fare sì che le Palestre prendano avvio e si mantengano nel tempo. E nel distretto socio-sanitario di Pavullo, ci siamo dati l’obiettivo di avere almeno una Palestra in ognuno dei nostri 10 comuni e, grazie alla collaborazione di tutti, ci siamo riusciti.
Comunità tutta che si
rende attiva per dare risposte ai bisogni delle persone che la abitano. E capace
anche di essere generativa a partire dalle opportunità offerte dalle
singole realtà. E nel dire questo pensiamo:
- alla rete creata con le biblioteche sul tema della lettura;
- agli incontri sul tema della musica ad esempio con le suonatrici di arpa del nostro territorio, progetto realizzato con la Fondazione Teatro Comunale di Modena;
- al nuovo progetto sul tema dell’identità e del paesaggio, sviluppato in collaborazione con l’Ente Parchi Emilia Centrale e con le scuole;
- a progetti e incontri sul tema della sicurezza domestica e della vita quotidiana;
- alla rete sul tema del digitale.
Tema del digitale che ci porta al tema della inter-generazionalità di questo progetto. Dove sono frequenti gli incontri con le scuole e i ragazzi dei singoli territori, dove lo scambio fra il fare memoria e il guardare alla realtà attuale diventa un ponte fra generazioni.
E Palestre che nascono per gli anziani ma che potrebbero essere anche un modello per le giovani generazioni, andando a creare spazi gestiti direttamente da loro, tema molto sentito dai giovani.
Progetto che diventa esempio concreto di promozione della salute generata dalla comunità. Il tema in questo caso è l'invecchiamento attivo e si collega in modo diretto alla cosiddetta "prescrizione sociale".
Realtà che diventa esempio
virtuoso di utilizzo delle risorse
comunitarie. Dal punto di vista economico si parla spesso di scarsità delle
risorse, pensando in particolare ai servizi pubblici. Questo è un esempio dell’aver
utilizzato le tante risorse a disposizione all’interno della comunità,
rappresentate in primis dai volontari. Persone con esperienze diverse fra loro, con il
denominatore comune di avere la passione nel dare un contributo attivo al
benessere delle persone vicine a loro. Per non parlare di come questo esercizio
sia benefico in primis per i volontari stessi che diventano così attori centrali della loro comunità.
Una ultima considerazione riguarda il tempo. Tempo del nostro vivere sempre più veloce e sempre più dispersivo. Questo è un esempio di tempo che le persone regalano a se stesse e alla loro comunità e al generare ogni giorno bellezza e speranza per il futuro.
Con associazioni e volontari che diventano una pietra d’angolo nel
progetto della rete delle case di comunità dei nostri territori.
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