Droghe, farmaci e criminalità organizzata - Il problema e le possibili soluzioni
Intervento del 4 febbraio 2022 al Corso di Perfezionamento in Scenari internazionali della criminalità organizzata dell'Università di Milano diretto dal Prof. Nando Dalla Chiesa - a.a. 2021-2022
Sintesi
Il problema è mondiale e le mafie rispondono ad una domanda molto forte da parte dei cittadini. Accanto alle iniziative di controllo del fenomeno, è necessario investire in politiche culturali, sociali, ricreative e di promozione del ben-essere e della consapevolezza a livello di comunità.
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Proverò qui a fornire delle chiavi di lettura sul tema droghe, farmaci e mafie. La cosa che vedremo è che il fenomeno è in continua evoluzione e la pandemia ha accelerato dei fenomeni già in atto. A partire da una analisi del problema e degli attori, proverò a dare una risposta al cosa si possa fare in concreto rispetto a questo fenomeno.
Partiamo da due immagini che fanno da sfondo a queste riflessioni, la prima riguarda la pandemia e il titolo scelto da Libera per descriverla nel suo rapporto sul tema, che è “La tempesta perfetta”. Una situazione di disorientamento collettivo come questa era il sogno di ogni mafioso e di chi vuole fare affari sulla salute degli altri. Soprattutto nei momenti iniziali quando in poche settimane sono state acquisite da parte di istituzioni e singole famiglie cose indispensabili per la salute delle persone. Che poi è sempre la storia di tutte le emergenze, e pensiamo ai terremoti o alle alluvioni. E il tema di fondo è essere pronti alla emergenza e avere le risposte già pronte.
La seconda immagine è una notizia di ieri, le 20 morti e i 74 ricoveri di Buenos Aires per delle persone che hanno usato della cocaina tagliata con altre sostanze. Fenomeno questo del taglio delle sostanze che sta sempre più avvenendo e che ci riporta al fatto che il tema delle sostanze è mondiale.
La mia esperienza dal 2012 al 2020 come responsabile anticorruzione, antiriciclaggio e soprattutto dell’internal audit dell’Azienda USL di Modena, del progetto Illuminiamolasalute, della rete della Associazione Italiana per l'Integrità della Salute, di Unirimi, mi ha consentito di conoscere molto bene il tema dell’integrità e della gestione del rischio in ambito sanitario, che dico sempre e sono sempre più convinto deve essere integrata. E se parlando di corruzione nel sistema della salute sono ormai molto chiari quali sono gli elementi e le possibili soluzioni, qui vedremo che le variabili in gioco sono molte di più, perché abbiamo una domanda molto forte che viene coperta da qualcuno che risponde a quei bisogni. E in queste risposte ci sono anche le mafie.
Un tema legato alla storia
Il tema delle sostanze si sposa con la storia. Perché parliamo di qualcosa che era già usato nell’antichità e parliamo di qualcosa su cui si sono giocate guerre passate e anche attuali. Pensate alle guerre dell’oppio del 1800 nei paesi asiatici, al ruolo della Compagnia delle Indie in quei commerci in cui l’oppio, così come il thè, era una merce di scambio e alle guerre anche attuali in cui il tema delle coltivazioni di oppio o di coca ha comunque un suo peso.
E dove anche la politica entra in gioco, pensiamo alle scelte legate al tema del proibizionismo: decisioni che hanno un peso concreto nella vita delle singole persone, ma soprattutto nella vita delle comunità. Perché alla fine il problema di una persona, diventa problema sociale. Posso anche rendere illegale quel comportamento, ma se la domanda permane, semplicemente sposto il canale dell’offerta. Pensiamo a cosa significherebbe proibire completamente l’alcol o il fumo di sigarette, che sappiamo essere nocivi. E a proposito di cambiamenti dell’offerta di fatto quello che si è visto in questi mesi di pandemia è stato uno spostamento molto forte sul canale online e su quello che chiamiamo “il dark web”, il mercato nascosto.
Un tema di metodo
Prima di guardare al mercato delle droghe, dicevamo che dobbiamo porre un tema di metodo con cui le affrontiamo. Perché dobbiamo occuparci delle cause che spingono le persone a fare uso delle droghe. Se no è come se svuotassimo il mare con un secchiello. E riguarda l’approccio che noi abbiamo ai rischi e alla loro gestione. Che sono in tutte le situazioni sempre molti e quindi va sempre adottato un approccio integrato nei loro confronti. Uno degli errori di fondo, che spesso viene fatto nelle organizzazioni, è quello di lavorare a silos. Interessanti due esperienze, la prima quella della NASA per arrivare sulla luna raccontata da Mariana Mazzuccato e la seconda delle organizzazioni che gestiscono grandi rischi di Karl Weick. Entrambe le esperienze ci insegnano a lavorare in modo integrato sulle cause.
Perché il momento fondamentale della gestione del rischio è l’analisi delle cause e l’andare a incidere su queste. Se ho l’acqua alta in casa, la prima cosa da fare è chiudere il rubinetto centrale. Poi inizierò a raccogliere l’acqua.
Questo significa gestire il rischio. Nella mia esperienza ad esempio il problema centrale da affrontare in una organizzazione è il senso di appartenenza. Se i dipendenti di una azienda pubblica o privata non sentono la maglia che portano, possiamo mettere in campo tutte le azioni che vogliamo ma non funzioneranno. Questo bel libro sugli All Blacks racconta questo.
In termini di contrasto sicuramente l’azione più potente alle mafie che noi possiamo mettere in campo è il sistema antiriciclaggio e il renderlo uno strumento efficace. Solo per fare un esempio abbiamo ora un problema delle farmacie private e del potenziale controllo delle mafie su quel canale distributivo. E accanto a questo la lotta ai paradisi fiscali, se non eliminiamo quelli, ogni azione alla fine è inutile.
L'altro elemento importante che va tenuto in considerazione riguarda la complessità del sistema in cui le dipendenze giocano il loro ruolo, e dove le mafie sono uno degli attori. E la risposta che noi diamo alla complessità deve superiore la frammentazione che spesso noi poniamo nel nostro modo di agire, così come ci suggerisce il filosofo Mauro Ceruti.
La conoscenza del problema
Qui parliamo di droghe, farmaci e sostanze, intendendolo in modo allargato perché le mafie di fatto sono in grado di rispondere a tutti i tipi di dipendenze che le persone hanno. Che di fatto sono uno strumento di gestione delle emozioni. Pensate a quando usiamo il mangiare o il bere quando siamo sottoposti ad una situazione di stress.
Fra queste troviamo l’alcol, il fumo, le droghe, il gioco d’azzardo, la sessualità non controllata, l’alimentazione non controllata e in realtà l’elenco è infinito. Il confine per capire l’entità del problema diventa etico, perché dobbiamo capire se la mia dipendenza toglie un diritto a qualcuno, a livello personale o a livello sociale.
Come Servizio Sanitario Nazionale attraverso i Servizi per le Dipendenze Patologiche (Serd) e come servizi sociali di fatto diamo proprio risposte a queste problematiche. Fra l’altro a novembre 2021 si è tenuta a Genova la Conferenza nazionale sulle dipendenze, con una serie di riflessioni interessanti.
Quindi dipendenze come risposte al tema delle emozioni che in qualche modo le persone non riescono a controllare in modo adeguato. Sia il mercato degli stupefacenti che quello dei farmaci vanno quindi a rispondere ad un bisogno espresso dalle persone, che le mafie cercano di colmare.
E la pandemia ha inciso sul problema, modificando alcuni elementi a partire dal peggioramento dello stato di benessere psicologico delle persone e dei giovani.
Il mercato mondiale della droga
Possiamo avere uno sguardo di questo mercato a livello mondiale utilizzando i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine. Secondo loro le organizzazioni criminali mondiali fatturano in totale con il commercio di droga circa 262 miliardi di euro all'anno, anche se in realtà questi sono dati poco affidabili, come il valore economico della corruzione.
L’altro grande mercato a livello mondiale è quello delle armi e anche questo è un mercato in grande evoluzione. Le armi tradizionali che conoscevamo in passato sono sempre meno importanti, ora assumono maggior peso le armi tecnologiche, pensate ai droni, ai robot e agli attacchi informatici, e quelle biologiche.
Parlando di stime economiche è bene ricordare come dal 2014 anche l’economia illegale rientra nel calcolo del Prodotto Interno Lordo delle nazioni. In Italia l’11% circa del PIL è ad esempio legato a questo tipo di attività.
La mappa mondiale delle droghe che ci mostra il report delle Nazioni Unite ci fa vedere bene come il fenomeno sia mondiale e come ogni realtà abbia le sue specificità in termini di utilizzo delle sostanze. Ad esempio negli Stati Uniti c’è un problema enorme rispetto all’utilizzo e alle migliaia di morti legati agli oppiodi e al Fentanyl. Da questo punto di vista rimane interessante il report dedicato a questo problema.
Nei giovani in generale c’è sempre una minor percezione del problema della cannabis e questa diventa sempre più potente. Un altro elemento messo in rilievo sono i nuovi canali di distribuzione usati dalle mafie e il fenomeno del web e del dark web. Fra l’altro questo si associa al tema delle monete virtuali e del loro utilizzo da parte delle mafie.
Secondo le Nazioni Unite nei prossimi anni ci sarà un aumento delle persone a rischio di uso di sostanze nei paesi a basso reddito e viene analizzato nel dettaglio il circolo vizioso in cui cadono le persone che ne fanno uso, in cui il problema da personale diventa problema sociale.
Segnalo due documenti in qualche modo legati a questo tema. Il primo è il report mondiale sulla Corruzione nello sport, che si lega al tema del doping e a tutto quello che Sandro Donati ci ha sempre raccontato, sia in termini di uso di sostanze che di corruzione.
Il secondo sul traffico di esseri umani, dove sappiamo che gran parte del problema è legato al tema dello sfruttamento sessuale, ma esiste anche una quota legata al prelievo di organi. Quindi persone e bambini che spariscono, con medici e operatori sanitari compiacenti che gli prelevano organi per darli a persone che ne hanno “bisogno”.
Le droghe in Europa
I dati europei che vedremo sono contenuti nel Report 2021 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze che si trova a Lisbona (EMCDDA).
Hanno condotto una serie di studi sulle “ultime tendenze”, triangolando i dati provenienti da informatori chiave, punti focali nazionali, sondaggi online sulle persone che fanno uso di droghe, analisi delle acque reflue urbane e altri dati.
Una delle conclusioni del lavoro è che il mercato della droga è stato resiliente alle interruzioni causate dalla pandemia. I narcotrafficanti si sono adattati alle restrizioni sugli spostamenti e alla chiusura delle frontiere.
A livello di commercio all’ingrosso ciò ha significato un maggior ricorso al contrabbando tramite container intermodali e catene di approvvigionamento commerciali e un minor ricorso ai corrieri umani.
Sebbene i mercati della droga al dettaglio per strada siano stati interrotti durante i primi lockdown e si siano registrate carenze localizzate, sembra che i trafficanti e gli acquirenti di stupefacenti si siano adattati sfruttando maggiormente servizi di messaggistica criptata, applicazioni per social media, fonti online e i servizi postali e di consegna a domicilio.
Per chi abitava nelle città, può ricordare che durante la prima chiusura totale durante la pandemia, gli unici a girare, insieme alle ambulanze e alle Forze dell'Ordine, erano i corrieri in bicicletta e non portavano le pizze…
Questa situazione solleva il problema che un eventuale impatto a lungo termine della pandemia comporterà un ulteriore sviluppo digitale dei mercati della droga.
In generale i modelli di consumo stanno diventando più complessi e le persone beneficiano di una maggiore offerta di sostanze, con danni alla salute dovuti soprattutto all’interazione degli effetti quando si utilizzano combinazioni di più sostanze. Ne è un esempio la crescente preoccupazione sull’uso di benzodiazepine e nuove benzodiazepine, sostanze nocive di per sé, ma soprattutto se combinate con oppiacei o alcolici, aumentando anche il rischio di overdose.
Anche nella cannabis sono comparse nuove forme di cannabis adulterate con cannabinoidi sintetici estremamente potenti. E l’episodio argentino di questi giorni ci racconta proprio questo.
Interessante sempre dal report europeo vedere i dati di utilizzo per fascia di età per le diverse sostanze. Nella fascia dai 15 ai 34 anni si passa dal 15% di utilizzatori per la cannabis, al 2% circa per la cocaina ed ectasy, al 1,4% per le amfetamine e un dato inferiore per l’eroina.
Fra le recenti evoluzioni sul mercato delle sostanze illecite in Europa, figurano l’innovazione nella produzione e nei metodi di traffico degli stupefacenti nonché l’affermarsi di nuove rotte del narcotraffico e la crescita dei mercati online.
America meridionale, Asia occidentale e Africa settentrionale sono importanti aree di approvvigionamento delle sostanze illecite che giungono in Europa. Mentre la Cina è un paese di approvvigionamento per le nuove sostanze psicoattive, per i precursori di droghe e per le sostanze chimiche correlate. L’Europa oltre a fungere da punto di transito per alcuni stupefacenti diretti verso altri continenti, è anche una regione in cui si producono cannabis e droghe sintetiche.
Se guardiamo ai sequestri nel 2019 in Europa sono stati segnalati circa 1,1 milioni di sequestri, riguardanti nella maggioranza dei casi prodotti a base di cannabis.
La cocaina rimane la seconda droga illecita più diffusamente utilizzata in Europa e la domanda da parte dei consumatori ne fa una porzione redditizia del narcotraffico in Europa per la criminalità.
Il sequestro record di 213 tonnellate di cocaina nel 2019 indica un aumento dell’offerta nell’Unione europea (177 nel 2018). Il Belgio (65 tonnellate), i Paesi Bassi (44) e la Spagna (38) rappresentano insieme il 69% del quantitativo totale sequestrato. Negli ultimi dieci anni la purezza della cocaina è aumentata e il numero di persone sottoposte a trattamento per la prima volta è cresciuto negli ultimi 5 anni.
La produzione di amfetamina, il secondo stimolante più consumato in Europa dopo la cocaina, avviene vicino ai mercati di consumo nell’Unione europea ed è concentrata principalmente nei Paesi Bassi, in Belgio e in Polonia.
Continuano infine ad emergere nuove sostanze psicoattive potenti e dannose. Nel 2019 sono state individuate oltre 400 nuove sostanze psicoattive sul mercato europeo degli stupefacenti.
In termini storici il primo sequestro di sostanze in Italia è avvenuto in Sicilia nel 1952. Erano stati trovati 6 kg di droga, una quantità che ora fa sorridere. Sequestro avvenuto ad Alcamo e vennero denunciati Frank Coppola tornato nella sua Partinico, Salvatore Greco e John Priziola capomafia di Detroit.
In quegli anni gran parte dei traffici avvenivano fuori dalla Sicilia, ma ad opera di siculo-americani, di cui il più noto era Lucky Luciano che operava in stretta collaborazione con società farmaceutiche, come la Schiapparelli di Torino e la Saicom di Milano, che dirottavano verso il mercato clandestino quantitativi consistenti di morfina usata per scopi farmaceutici. Da inchieste degli anni ’60 risulta che la mafia siciliana sarebbe stata “la principale artefice del contrabbando di stupefacenti diretto dalla mafia statunitense” (Commissione antimafia 1976, p. 459).
Tutte le mafie concorrono a questo mercato, ognuna con le proprie specificità. In questo momento è la ‘ndrangheta che controlla gran parte del mercato della cocaina. E il tema è il legame con il riciclaggio di questi soldi. Ricordiamo che l’anno scorso è emerso il riciclaggio per un valore di 500 miliardi di euro, e degli errori fatti in fase di indagine. Cosa che ci fa ritornare su uno dei temi di fondo che riguarda la cancellazione dei paradisi fiscali.
In generale in Europa la criminalità ha intensificato la produzione illegale di stupefacenti. Nel 2019 in Europa sono stati smantellati più di 370 laboratori di produzione illegale di stupefacenti. C’è infatti un crescente impegno nella produzione di droghe più vicino ai mercati di consumo al fine di eludere le misure contro il traffico di stupefacenti
Vedremo ora i percorsi dei traffici delle sostanze, mostrati dalla Direzione centrale antidroga italiana.
Per la cocaina la produzione si concentra nell’area andina del Sud America con i tre maggiori paesi produttori (Colombia, Perù e Bolivia). I principali punti d’ingresso europei sono la Spagna ed i grandi porti del Nord Europa (Belgio ed Olanda). I flussi che attraversano l’Africa, insistono sui Paesi del versante occidentale dai quali la sostanza poi riparte verso l’Europa.
In America Latina secondo le Nazioni Unite sono aumentati i laboratori di produzione al di fuori dei 3 paesi produttori. E la criminalità grazie all’emergenza ha avuto l’opportunità di imporre con ancora più forza il proprio controllo socio-economico. Le comunità, povere e senza diritti, sono finite alla mercè di gruppi armati illegali, che hanno così avuto a disposizione ancora più manodopera per la coltivazione, la raccolta e la lavorazione della cocaina.
Interessante notare anche qui la legge della domanda e dell’offerta. Nella pandemia l’eccesso nella produzione di foglie di coca ha determinato una riduzione del prezzo per unità di misura passando da 60 euro a 10 euro per arroba (1 arroba = 11,5 kg di foglie). E così il prezzo all’ingrosso della cocaina, il cui costo prima della pandemia fluttuava tra i 900 e i 1.000 dollari al kg, è sceso fino a 400 dollari al kg. Se consideriamo per il consumatore finale un prezzo di 70 euro al grammo, sono 70 mila al kg...
Va segnalata la sempre maggiore presenza della ‘ndrangheta in Costa d’Avorio. Il porto di Abidjan, tra i più importanti del continente, si affaccia sul Golfo di Guinea, area fortemente interessata da vari tipologie di transiti illegali. I carichi di cocaina provenienti dal Sud America approdano li per essere poi smistati nei Paesi europei. Di conseguenza, il tessuto economico del Paese è molto esposto alle infiltrazioni e anche gli stanziamenti disposti dall’Unione Europea a favore del “Piano di Sviluppo Nazionale della Costa d’Avorio” ricadono nelle loro mire.
Parlando di eroina la presenza di coltivazioni di papavero da oppio è segnalata:
- nel Sud-ovest Asiatico, principalmente l’Afghanistan;
- nel Sud-est Asiatico (Myanmar e Laos);
- in America Latina (Messico, Colombia e Guatemala).
Nella produzione di eroina il 95% degli oppiacei arriva dall’Afghanistan. Con la pandemia la minore disponibilità di braccianti dal Pakistan ha messo a rischio la stagione del raccolto dei papaveri che va da marzo-a giugno. E la scelta dei “signori della droga” è stata quindi quella di aumentare di un terzo i salari e reclutare la popolazione locale.
Per la marijuana il traffico si sviluppa su tre direttrici:
- dal Messico, verso Stati Uniti e Canada;
- dal nord Africa, tramite la Spagna verso i mercati di consumo europei;
- dall’Albania, attraverso il Mar Adriatico, verso l’Italia e gli altri mercati continentali.
Nelle droghe sintetiche le aree di produzione sono Cina e India, Messico e in Europa, Belgio, Olanda e Polonia.
Finito lo sguardo sulle diverse sostanze vorrei sottolineare gli sforzi e l’importanza delle collaborazioni internazionali. Da una collaborazione di questo tipo avviata dalla Procura di Marsiglia, il 24 febbraio 2020, su una nave battente bandiera delle isole Marshall, proveniente dalla Colombia ed attraccata al porto di Livorno, i Carabinieri, hanno effettuato un maxi sequestro di oltre 3 tonnellate di cocaina, destinata al mercato francese. Si tratta del secondo sequestro di cocaina in Italia per un valore di 400 milioni di euro.
I sequestri di grandi quantità di droghe come cocaina, eroina e altre sostanze nei porti marittimi sono aumentati in tutto il mondo, come ci ricorda l’Institute for Security Studies. E il porto di Gioia Tauro ha confermato la sua importanza in Italia. Nel 2020 sono state effettuate 24 operazioni, che hanno portato al sequestro di 6 tonnellate di cocaina, corrispondenti al 45% del totale nazionale.
Farmaci e dispositivi illegali
Sui mercati illegali troviamo una grande offerta di farmaci: per le disfunzioni erettili, chemioterapici, ipnotici e sedativi, steroidi anabolizzanti, analgesici e contro il dolore, per il sistema nervoso, dermatologici, vitamine, integratori e farmaci usati nel mondo veterinario.
E anche in tema di dispositivi abbiamo visto con la pandemia come si trovi di tutto. Dalle mascherine, ai kit diagnostici, sino ad arrivare ai vaccini contro il Covid, con anche alcune truffe emerse in tutto il mondo. Con creme antirughe al posto del vaccino.
In termini di farmaci e materiali illegali ricordiamo l’operazione Pangea che viene svolta tutti gli anni e dove emergono problematiche di questo tipo. Nell’ultima sono stati chiusi 113 mila siti internet che vendevano materiali di questo tipo.
Interessante notare il legame con i gruppi terroristici. In Kuwait sono state individuate circa 10 milioni di pillole, principalmente tramadolo, attività portata avanti da gruppi di terroristi per finanziare le loro attività.
Le mafie avevano attenzionato il mercato dei farmaci ben prima del Covid. Ad esempio nell’operazione “Farmabusiness” si sono messi in mostra i Grande Aracri. Interesse della cosca di ‘ndrangheta nell’acquisto delle farmacie indebitate e anche sul traffico illegale di medicinali antitumorali. Inchiesta che forse si chiuderà con il processo fra poche settimane. Una truffa al Servizio sanitario nazionale, esportando illegalmente farmaci oncologici per rivenderli all’estero con profitti spropositati.
Fra l’altro esiste un tema legato alle scelte di studio dei giovani delle famiglie ndranghetiste, che era già emerso anche dall’indagine sugli scioglimenti alle aziende sanitarie calabresi e campane.
Anche la camorra si è mossa in questo settore, infiltrandosi nel nord est del nostro paese. Camorra molto attiva a spartirsi gli ospedali napoletani come mostrato nel 2019 nell’operazione Cartagena. L’ospedale San Giovanni Bosco era diventato la sede dell’Alleanza di Secondigliano con un controllo dalle assunzioni, agli appalti, alle relazioni sindacali.
In generale la pandemia ha mostrato come quando ci sia un picco di domanda, arrivano anche le offerte illegali. Si era già avuto un problema con i farmaci per l’epatite C.
Va detto che il sistema antifurto e antiriciclaggio messo a punto dall’Agenzia Italiana del Farmaco in questi anni è diventato un punto di riferimento per tutta Europa, E questo grazie al grande contributo di Domenico Di Giorgio in questa attività di prevenzione.
Lo schema criminale prevedeva i furti dei farmaci che poi venivano reimmessi sul mercato. Nel 2020 sono stati registrati circa 15 furti, in calo rispetto ai 60 del 2019. I prodotti più rubati, oltre agli antiepatite c, sono stati gli antitumorali, gli stessi che venivano fatti sparire nel 2013, l’anno in cui è esploso il fenomeno in Italia” quando ci sono stati 109 casi (di cui 56 in fase di trasporto sui tir e 53 negli ospedali).
La rete criminale che esportava i farmaci, soprattutto in Germania dove vengono pagati a prezzi più alti, è stata piano piano smantellata grazie alla creazione del database Fakeshare nell’ambito dell’Operazione Vulcano (2014-2015) coordinata da AIFA, Ministero della Salute e Nas e che ha coinvolto le altre agenzie regolatorie europee.
Sulla piattaforma Fakeshare vengono caricate le vendite illegali attraverso i siti web non autorizzati, la produzione di farmaci falsificati e i casi di furto e riciclaggio di medicinali. In questo modo si crea una lista nera di farmaci e viene chiesto agli altri Paesi europei di intercettare l’offerta illegale di questi prodotti e di caricare a loro volta i dati. Questo consente di chiudere i canali di esportazione illegale e di rendere invendibile quella merce.
Il problema sui farmaci è creato dal “parallel trade”, ossia la libera circolazione, all’interno del mercato europeo, di un medicinale autorizzato. Ciò significa che uno stato membro UE può vendere un farmaco a prezzi vantaggiosi a un altro paese. E in quel caso il naturale acquirente è stato la Germania, dove i prezzi degli antitumorali sono molto più costosi che in Italia e in Grecia.
Ad esempio, a Berlino a comprare erano ospedali e cliniche. Nella regione del Brandeburgo scoppiò un grande scandalo: un giro di arresti e un grossista, LunaPharm, che dal 2015 al 2018, ha introdotto farmaci salvavita sottratti alla Grecia e all’Italia.
Il meccanismo era studiato ad hoc: si infiltravano tra il personale delle strutture sanitarie o corrompevano quelli in servizio. Per gli assalti ai tir si appoggiavano alle bande specializzate locali. Nei Paesi dell’est venivano emesse le fatture false, i medicinali da rubati venivano trasformati in perfettamente legali, senza lasciare i capannoni di stoccaggio in Italia. I salvavita venivano poi rivenduti al mercato tedesco da grossisti compiacenti, come LunaPharm.
Dicevamo che le mafie e il covid sono fatti l’uno per l’altro, e il report di Libera lo mette bene in evidenza.
Secondo un calcolo dell’Anac, tra il 1° marzo e il 9 aprile 2020 quando la pandemia è iniziata sono stati spesi più di 2 miliardi per l’acquisto di mascherine, camici e dispositivi di protezione individuale, respiratori polmonari, tamponi e altro.
In quelle settimane successive allo scoppio della pandemia è successo di tutto. Come in un terremoto. Citiamo la storia di Salvatore Emolo, che era stato colpito da una misura di sorveglianza speciale per camorra e interdetto all’attività di impresa per un anno. Suo fratello è affiliato al clan camorristico Di Lauro. Emolo aveva trovato una soluzione: il cugino era titolare di un’impresa di lavaggio auto con sede a Pesaro, bisognava trasformare l’azienda in una ditta di sanificazioni. E così fece. Bar, ristoranti ed esercizi commerciali si rivolgevano a lui. Emolo proponeva pacchetti di sanificazioni e sicurezza sul lavoro. Guadagnava anche mille euro al giorno e secondo la Guardia di Finanza, era socio di fatto. Gli affari andavano così bene che Emolo valutava la possibilità di estendere ulteriormente l’attività, allargandola anche all’aggiornamento dei documenti di valutazione di rischio.
Un altro esempio è l’azienda agricola Biocrea che aveva vinto un lotto da 16 milioni di euro di un appalto Consip, la centrale per gli acquisti della Pubblica amministrazione. Dovevano produrre mascherine. Fortunatamente non hanno consegnato parte della merce nei tempi stabiliti e la procedura è stata bloccata e il titolare è finito sotto processo a Roma per turbativa d’asta e inadempimento di contratti di pubbliche forniture.
Le attività investigative hanno portato all’apertura di oltre 3 mila fascicoli di indagine tutti con il codice COVID-19.
Esiste anche il tema dello smaltimento delle mascherine e dei dispositivi infetti, quindi smaltimento di rifiuti speciali. Tema in cui le mafie sono particolarmente ferrate.
E infine ricordiamo il grande rischio di infiltrazione mafiosa legato ai fondi europei per la ripresa economica, il famoso PNRR dove le mafie si stanno già muovendo.
Che fare in concreto
Dicevamo che il problema è molto complesso e cambia molto rapidamente. E’ fondamentale studiare in modo costante il fenomeno e anticipare i problemi che si presentano. Le famiglie mafiose sono molto dinamiche e hanno dalla loro parte squadre di professionisti molto capaci a vedere il futuro e a proporre loro le giuste azioni.
Per fare un esempio è evidente che il PNRR sarà un problema da gestire e bisogna costruire strumenti adeguati. Interpol ha ad esempio lanciato l'operazione Sentinel, mirata ad innalzare la consapevolezza del problema. E anche a livello di singole amministrazioni deve essere chiaro che questi signori di presenteranno a chiedere il conto,
Abbiamo visto come il problema delle sostanze sia internazionale e quindi sono vincenti solo risposte di pari livello, sia in termini di analisi che di intervento. A partire dal tema di fondo che riguarda il riciclaggio dei soldi delle mafie. E dove la prima cosa da fare sarebbe l’eliminazione totale dei paradisi fiscali.
Esiste un tema politico di scelte legate al tema delle sostanze. Rendere legale l’uso di sostanze toglierebbe spazio alle mafie e si tratta di capire se tecnicamente questo sarebbe praticabile per i diversi tipi di sostanza e gli effetti che questo tipo di decisione implicherebbero sulla società. Non sono decisioni facili da prendere, ci sono dei pro e dei contro, si tratta di fare valutazioni attente rispetto alla complessità del problema, ai diritti in gioco e al benessere delle persone.
La sola risposta in termini di repressione ai traffici illegali, assomiglia allo svuotare il mare con un secchiello. Bisogna affrontare in modo serio il tema della domanda di sostanze e di dipendenze. E quindi tutto il tema della prevenzione sui giovani ad esempio, che può e deve partire dalle scuole dell’infanzia e primarie sul tema delle emozioni.
Il problema non può essere lasciato solo alla risposta sanitaria, essendo un problema complesso a cui va data una risposta sociale e di comunità. Una risposta che passa da una maggiore capacità di essere consapevoli sui temi del benessere personale e delle nostre comunità. Il ben-essere che passa solo dall’uso di farmaci o sostanze è per definizione una scelta destinata a fallire. Da questo punto di vista è importante sottolineare anche l'intenso dibattito sul tema sul tema di sul tema di un maggior utilizzo di strumenti alternativi ai solo farmaci in ambito della salute mentale. A questo proposito si veda il libro di Giuseppe Tibaldi e il gruppo internazionale e italiano che si occupa di questo aspetto.
Investire in massicce politiche culturali, sportive, ricreative e di promozione della salute rappresenta una risposta alle mafie che guarda al lungo periodo e fa stare bene le persone.