Paura nella scienza, perchè?

 


Il tema di fondo di questo bellissimo libro di Enrico Pedemonte è la fiducia e del perché le persone hanno iniziato ad averne meno nella scienza e nella ricerca scientifica. Tema complesso, senza una unica risposta.

L’imputato è il potere e di come questo si rapporti alla scienza. Nell’ultima pandemia abbiamo visto molto bene come la domanda di fondo che si faceva alla scienza era quella di produrre certezze, quando il fondamento stesso della ricerca scientifica sappiamo essere l’incertezza, che diventa strumento per arrivare alla verità sui quesiti che gli vengono posti.

Fra i tanti esempi del libro, quello che fa maggiormente riflettere è quello dell’intelligenza artificiale, dove i suoi sviluppatori sostengono che si arriverà ad una potenza di calcolo capace di superare quello della mente umana. E la tesi sostenuta da Pedemonte è che vi sia un profondo bisogno di “governare” questi aspetti, che non possono essere lasciati nelle mani di poche realtà private. 

Un elemento che sicuramente ha contribuito ad aumentare il livello di sfiducia sono i casi in cui l’industria ha provato a influenzare l’opinione pubblica, mettendo in dubbio il lavoro della scienza su temi consolidati come il fumo, attivo e passivo o sul riscaldamento globale. Influenza avvenuta attraverso il finanziamento di campagne di creazione del consenso attorno alle loro tesi. E ancora oggi vediamo l'intervento delle industrie del tabacco intervento con le sigarette elettroniche in particolare sui giovani, spinti dai cosiddetti influencer

Sempre sul rapporto contradditorio fra industria e ricerca, Pedemonte cita lo storico caso del “pedoscopio”, inventato nel 1924 nel Wisconsin. Era una scatola contenente raggi x usata nei negozi di calzature per far vedere ai clienti la corretta calzatura del piede. Piccolo particolare è che il tutto era gestito al di fuori di qualunque regola di gestione del rischio, con i venditori di scarpe che andavano poi a sviluppare problemi di salute legate alla vicinanza a queste fonti di radiazioni.

Interessante vedere come le singole posizioni pro o contro la scienza diventino oggetto politico, si pensi al tema del riscaldamento globale o sulle vaccinazioni covid. E di come intere comunità, viene portato l’esempio degli evangelisti negli Stati Uniti, sostengano una posizione piuttosto che un’altra in modo ideologico.

Altri temi in cui vi sia stato negli anni un dibattito controverso che ha fatto a pezzi le certezze sulla scienza sono stati quelli sugli OGM nel mondo alimentare, così come le tecniche di modificazione genetica degli esseri viventi (con le tecniche del gene drive). Temi così complessi che spesso una maggiore informazione non produce più conoscenza come riporta Nicholas Taleb, autore del Cigno Nero.

Su questo argomento non poteva non essere riportata la crisi di fiducia nella scienza avvenuta durante l'attuale pandemia. Pedemonte riporta il devastante caso di Wakefield, definito il detonatore per il movimento no-vax, e del fantomatico legame fra vaccini e autismo che ha tenuto banco per anni a partire dal 1998 e che ancora oggi produce danni. 

E in questo frangente pandemico abbiamo visto tutti come i media abbiano iniziato a seguire in modo molto stretto le evoluzioni della scienza, diventando essi stessi parte del problema. A questo proposito il ricordo della simulazione fatta nel 2016 da una antropologa Heidi Larson sul tema della comunicazione di una futura pandemia da coronavirus, dove veniva già riportata l’infodemia come l'abbiamo poi conosciuta.

E anche la politica ha iniziato a schierarsi pro o contro le singole posizioni scientifiche (pensiamo alle mascherine o al lockdown). Interessante notare come gli stessi schieramenti politici abbiano cambiato posizioni nel tempo rispetto all’oggettività della scienza.

Volendo analizzare le cause di questo fenomeno, vi è sicuramente il grande tema legato alla privatizzazione della scienza e della gestione delle università, un fenomeno presente a livello mondiale. In questo una data importante è quando Ronald Reagan arriva alla Casa Bianca. Nel 1980 infatti la Corte Suprema americana consente di brevettare esseri viventi e il Congresso approva il Bayh-Dole Act che consente alle università di brevettare i risultati delle ricerche effettuate grazie a fondi pubblici. La scienza diventa sempre più un bene finanziario, a cui si estendono sempre nuovi diritti di proprietà, e sempre meno un bene pubblico.

Ultimo esempio riportato nel libro è quello dell'intelligenza artificiale. In sostanza l’immensa quantità di dati e la capacità di analizzarli consentirebbe di simulare la realtà, senza necessariamente comprenderla. Alla base dell’ideologia dei big data è che non ci sia più bisogno del metodo scientifico, essendo sufficiente avere enormi database e la capacità di elaborarli. A tutti è chiaro che i dati rappresentano il nuovo petrolio e queste informazioni diventano utili a influenzare i nostri comportamenti. E proprio questa potenza in mano a poche multinazionali apre il tema della necessità di creare di meccanismi di controllo.

E ancora una volta anche nel caso dell’intelligenza artificiale si pone un tema di fiducia, perché spesso vengono prese decisioni senza che le persone ne capiscono le motivazioni. E tutto questo alimenta la loro sfiducia.

In questo libro non viene toccato il tema degli altri comportamenti opachi delle industrie farmaceutiche, ripresi da altri autori come Peter Gotzche.

In conclusione, possiamo non avere fiducia nella scienza e nella ricerca scientifica? Sicuramente no, dobbiamo però lavorare sulla qualità della scienza e dei rapporti con chi la finanzia. Gli esempi citati non sono più accettabili e anche la potenza dell'intelligenza artificiale dobbiamo usarla proprio a vantaggio di chi opera per il bene comune e delle comunità. Tutto questo è un tema di informazione asimmetrica dove alla fine a perderci sono i cittadini e le comunità e chi agisce per il bene comune, industria compresa. 

Le politiche neoliberiste ancora una volta mostrano la loro debolezza e come anche in questo campo vi sia necessità di strumenti in grado di offrire garanzie sulla qualità del lavoro dei diversi attori in campo.

Un libro da leggere.


Paura della scienza. Enrico Pedemonte  Treccani 2022

A questo link è possibile vedere la presentazione del libro da parte di Enrico Pedemonte