La comunicazione come risposta alla complessità

Comunicazione e salute. Un tema molto ampio, che qui affronterò dal punto di vista della comunicazione nella prevenzione e promozione della salute.

Così come in altri ambiti, anche in questo la parola chiave è “complessità” e la domanda a cui trovare una risposta sono le azioni che mettiamo in campo per gestirla. Giorgio Parisi ha vinto proprio nei giorni scorsi il premio Nobel per la fisica studiando il "come mettere ordine al disordine".

Gli stessi giornalisti fanno parte di questa complessità, essendo una delle 50 e oltre professioni che agiscono nel mondo della salute, insieme a medici, infermieri e tutti gli altri. E sappiamo bene come il tema della integrazione di queste professioni è uno degli elementi centrali su cui lavorare per fare funzionare al meglio le organizzazioni che si occupano di salute, così come i sistemi sanitari e sociali. Ed è giusto ricordare i due premi nobel per la pace assegnati a due giornalisti come Maria Ressa e Dmitry Muratov, che ci riportano all'importanza di questa professione per il benessere delle nostre comunità.

Ma prima di affrontare il tema della comunicazione con i cittadini e tutti i diversi interlocutori esterni, bisogna affrontare il grande tema della comunicazione interna alle aziende sanitarie e nell’ambito della prevenzione. E’ un elemento molto sottovalutato. Spesso chi si occupa di questo ambito non percepisce di fare parte di una squadra, di un progetto e la prevenzione è spesso vista come un qualcosa in più, di burocratico, di pesante. Far sì che i genitori leggano libri ai bimbi nei primi mille giorni di vita, di sicurezza stradale o lavorativa ha lo stesso valore di un intervento di un cardiochirurgo, anche se tutto questo fa meno notizia.

Quindi comunicazione come risposta alla complessità e non come semplici spettatori di un mondo di altri. E l’importanza di questo lavoro lo ha dimostrato la pandemia. Mettendo in luce la centralità dell’elemento della fiducia come chiave del sistema sanitario. Comunicazione come strumento generativo di fiducia, come elemento che cerca di colmare le asimmetrie informative esistenti nel sistema.

Un altro elemento sono i tanti portatori di interessi del sistema della salute. Ognuno con il suo punto di vista e il suo obiettivo di sopravvivenza. Grandi interessi in gioco, pensiamo ai produttori di bevande zuccherate, di alcolici, del fumo, dei produttori di plastiche tradizionali o di automobili.

Tutto questi elementi di scenario per arrivare a dire che in tema di prevenzione e promozione della salute potremo ottenere dei risultati solo se sapremo costruire una comunità professionale dal punto di vista della comunicazione, una comunità di pratica così come fanno gli operatori sanitari. In cui a partire dal guardare la realtà, si cercano le strategie per modificarla con azioni condivise. Con tutti gli attori che si occupano di comunicazione nelle nostre comunità, insieme ai professionisti delle aziende sanitarie e i referenti dei programmi regionali e locali del piano della prevenzione.

Ambiti di prevenzione che sono poi sempre gli stessi nel tempo. Temi come l’ambiente, il movimento, l’alimentazione, la socialità, le emozioni e i comportamenti, la sicurezza nei diversi ambiti di vita e professionali. Oltre alla prevenzione più tradizionale legate alle singole patologie come ad esempio gli screening sanitari. Tutti elementi che possono essere giocati nei diversi setting della nostra società, pensiamo alla scuola, al mondo delle imprese e a quella della comunità in generale.

Esempi concreti che ci portano ad affrontare il tema del coinvolgimento e valorizzazione delle comunità locali. In Emilia-Romagna abbiamo una grande ricchezza nei nostri territori di tante e tante associazioni, quello che viene chiamato capitale sociale. Quando parliamo del movimento, dei gruppi di cammino, così come di alimentazione e delle famose 5 porzioni di frutta e verdura, riusciremo a farlo solo coinvolgendo in modo concreto queste realtà, che ci chiedono di far parte di un progetto più ampio.

Per non parlare delle grandi opportunità che si stanno aprendo nella società civile e che vanno nella nostra stessa direzione. Pensiamo al movimento Fridays for future o ai gruppi come i Monnezzari che vanno in giro a raccogliere i rifiuti e sono felici di farlo. O alle nuove piste ciclabili della regione in tema di intersettorialità.

Tutto questo in un sistema di comunicazione che cambia esso stesso molto velocemente, sia come strumenti che come attori presenti, ma alla cui base rimane sempre l'elemento della fiducia come elemento chiave su cui lavorare.

Quindi meno sanità e più salute, mettendo in risalto le molte azioni che possiamo fare singolarmente o che vengono già realizzate per il nostro benessere di singoli cittadini, famiglie e comunità.

Quindi l'idea che vorremmo costruire è quella di una comunità di pratica in tema di comunicazione, capace di coinvolgere tutti i colleghi che lavorano nei media, per rispondere insieme a questa complessità, da attori e non solo da spettatori di un mondo di altri.